“[…] Questa nostra cucina futurista, regolata come il motore di un idrovolante per alte velocità, sembrerà ad alcuni tremebondi passatisti pazzesca e pericolosa: essa invece vuol finalmente creare un’armonia tra il palato degli uomini e la loro vita di oggi e di domani. […] Nasce con noi futuristi la prima cucina umana, cioè l’arte di alimentarsi. Come tutte le arti, essa esclude il plagio ed esige l’originalità creativa. Non a caso quest’opera viene pubblicata nella crisi economica mondiale di cui appare imprecisabile lo sviluppo, ma precisabile il pericoloso panico deprimente.
A questo panico noi opponiamo una cucina futurista, cioè: l’ottimismo a tavola.”
(F. T. Marinetti e Fillìa)
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